Home Forum Storie SM Cam online BDSM Cam Foto Gallerie Circuito Chiuso Suggerimenti SM SM: Arte e Poesia Gabbia degli schiavi
|
LA
MIA VITA DA SCHIAVO
1.
L'INCONTRO
|
|
Il mio nome è Luca.
Quando la mia vita cambiò radicalmente avevo appena compiuto 18 anni. Ai tempi lavoravo ormai da due anni in un negozio di barbiere, durante il giorno, e la sera arrotondavo lo stipendio facendo le pulizie nella palestra vicina a dove abitavo e che in tal modo potevo frequentare liberamente.
Non navigavo certo in buone acque. Da circa un anno mio padre era stato stroncato da un infarto, mentre mia madre, pace all'anima sua, ci aveva lasciato quando avevo sei anni. Ora vivevo solo nel piccolo appartamento che il vecchio mi aveva lasciato, e, devo dire, non è che ne sentissi la mancanza. Io e lui non eravamo mai andati molto d'accordo: lui sempre ubriaco e violento, io che cercavo il più possibile di evitarlo per non subirne le ire e le violente esplosioni di rabbia.
Certamente mio padre non aveva avuto una vita facile, così avevo dovuto interrompere gli studi e iniziare a lavorare, dapprima come garzone in una panetteria e poi, dopo un corso della regione, come apprendista presso questo barbiere, che possedeva una bottega "Carmelo & C." nel quartiere, vicino alla stazione centrale.
Ora che era morto mancavano anche i soldi e dovevo arrangiarmi come potevo.
|
|
***
Fin da ragazzino avevo avuto un buon sviluppo: già a 18 anni ero alto 1.83 e sebbene non grasso, avevo una buona muscolatura e pesavo 77 chili. Avevo occhi castani e capelli biondi e lisci che tenevo abbastanza corti. Nonostante fossi abbastanza carino, probabilmente per la mia fama di "disgraziato" e "poveraccio", non avevo mai avuto molta fortuna con le ragazze…che peraltro non mi avevano mai interessato più di tanto!
Un motivo per cui avevo scelto di fare il barbiere, era infatti, che mi avrebbe consentito di lavorare in un ambiente dove avrei potuto incontrare e toccare molti uomini. Stesso discorso valeva per la palestra, dove ogni volta che andavo non potevo fare a meno di eccitarmi…specialmente sotto le docce quando potevo guardare i muscoli e i grossi cazzi degli altri ragazzi e di numerosi giovani ben
palestrati.
Tuttavia fino a quel giorno di aprile non avevo mai avuto alcuna esperienza diretta. Tutti mi consideravano un po' alla stregua di un pezzente e mi guardavano dall'alto in basso, cosicché io ero diventato un tipo abbastanza chiuso e taciturno. Anche Carmelo, e l'altro ragazzo del negozio, Davide di 26 anni, mi trattavano come una pezza da piedi e il primo mi pagava poco approfittando della mia situazione precaria…
***
Quella sera del 15 aprile conobbi un nuovo cliente della
palestra, un tipo che si faceva chiamare Erik, e che veniva dalla Svizzera, dove abitava per un lungo periodo di vacanza nella sua città natale. In realtà si chiamava Enrico, mi spiegò, ma ormai da anni viveva là e si faceva chiamare in quel modo. Erik aveva 32 anni e un fisico veramente imponente: 1.87 cm di altezza, 95 kg di muscoli incredibilmente scolpiti, occhi neri e capelli neri rasati molto corti, barba ben curata e un grosso orecchino d'oro all'orecchio: un tipo veramente ben piazzato e che incuteva timore!
In effetti fu lui ad avvicinarmi, dopo essere stato silenzioso tutta la sera a fare esercizi. All'inizio risposi più per cortesia che altro, ma poi molto attratto da lui, non potei fare a meno di continuare la conoscenza. Già dopo un paio d'ore di allenamento mi aveva "conquistato" e accettai il suo invito a bere qualcosa al bar.
Curioso lo seguii nella doccia della palestra e, nascosto, lo osservai
spogliarsi… si tolse la maglietta e i pantaloni della tuta e rimase in mutande. Il corpo, coperto di sudore, era un fascio di muscoli veramente ben sviluppati: i pettorali possenti, il collo taurino, le gambe due tronchi ben scolpiti e le spalle larghe e disegnate in ogni muscolo. Tutto dava l'impressione di forza e potenza, inoltre il suo corpo era completamente privo di peli e iniziai ad eccitarmi veramente.
Per vedere meglio scostai la tendina dello spogliatoio mentre lui si stava togliendo le mutande e osservai i suoi addominali poi mi sporsi un poco per cercare di vedegli il cazzo…fu allora che mi sbilanciai e caddi in avanti! Lui si alzo di scatto e si girò verso di me, che intanto mi ero goffamente rialzato.
"Ti piaccio vero?", mi disse, torreggiando completamente nudo come una statua nel mezzo dello spogliatoio. Io non potei fare a meno di fissagli il grosso membro, parzialmente in erezione che troneggiava in mezzo ad un pube rasato ad arte.
Rimasi muto un attimo arrossendo. Lui si avvicinò e mi afferrò per i capelli con una mano e mi tirò indietro la testa con forza, con l'altra mi afferrò le palle e le strinse. Poi, guardandomi brevemente negli occhi, mi baciò violentemente, cacciando la sua lingua profondamente nella mia bocca e continuando a stringermi ritmicamente le palle e tenendomi ben saldo per i capelli.
Non emisi un grido, ma anzi, dopo il primo momento di sconcerto, ricambiai alla sua lingua nella mia bocca iniziando a usare la mia nella sua… Dopo alcuni istanti mi lasciò lo scroto e smise di baciarmi e, continuando a tenermi per i capelli, disse:
" Prima volta, troietta?"
"Sì", risposi con un filo di voce.
|
|
"Ti piacerebbe andare a fondo?".
Feci cenno di sì, ed Erik mi indico le docce dicendo
"Spogliati e ci vediamo là!".
Completamente nudo poi si avviò verso le docce.
Dopo un attimo di sconcerto, iniziai freneticamente a spogliarmi
"E' venuto il mio momento" pensai "non devo lasciarmelo
scappare".
Ancora gustavo con piacere la sensazione della sua lingua nella mia bocca e le suo mani che stringevano i miei capelli e il mio scroto…
Rimasto nudo mi avviai verso l'unica doccia singola nella quale intravidi sotto getti d'acqua la sagoma imponente di Erick. Entrai e lui chiuse la porta a chiave. Poi giratosi mi squadrò da cima a piedi, come se fossi un quarto di manzo.
"Sei veramente un bell'animaletto Luca" mi disse, e mi accarezzo i capelli bagnati sotto il getto d'acqua. Io rimasi immobile a guardarlo.
" Inginocchiati!"
Ebbi un sussulto ma mi misi in ginocchio. Mi trovai così a guardare direttamente in fronte al suo cazzo. Turgido, con la cappella scoperta e molto scuro, appariva enorme, almeno 24-25 cm. Era completamente rasato e sulla sua punta notai un anello di metallo simile all'orecchino che portava all'orecchio. Su di una coscia notai tre piccoli cerchi scuri, con all'interno delle lettere, non sembravano tatuaggi, ma piuttosto scottature.
All'improvviso mi senti spingere la testa contro il suo pene e la sua voce bassa e imperiosa dire
"Succhiami il cazzo, puttanella!".
Non ebbi scelta e inizia a succhiare, mentre lui mi spingeva la testa obbligandomi ad inghiottire il suo membro giù giù nella gola. Nel frattempo le sue mani mi passavano fra i capelli, me li tirava, strappava, torceva…poi, d'improvviso, sentii le sue mani lasciarmi e di colpo poi un dolore al buco del culo mentre le sue dita iniziavano a penetrarlo.
Trasalì e tentai di svincolarmi, ma mentre con una mano riprese la presa, mi urlò:
"Ferma, bestia! Non osare disobbedirmi!"
E per ribadire il concetto mi assestò un manata violenta sul sedere. Non so perché, ma la cosa mi fece
eccitare… Alzai gli occhi e lo guardai pieno di desiderio torreggiare su di me: robusto, imperioso, sicuro di sé. Con il suo cazzo in bocca e con le sue dita che ispezionavano il mio culo mi senti felice come non mi ero mai sentito in vita mia.
***
Al termine della doccia,
andammo al bar come era convenuto. Mi sentivo molto scosso, eccitato e felice. La sensazione del suo corpo sul mio era viva più che mai e ogni volta che lo guardavo il pene mi si gonfiava senza ritegno. Erik mi osservava attentamente con una espressione di approvazione. Ad un certo punto mi disse:
"Sei stato veramente bravo per essere un novellino. Mi piacciono i tipi come te che capiscono subito chi comanda e non fanno troppe storie"
Come un ebete continuai a sorridere.
"Tuttavia avresti veramente molte cose da imparare. Ti piacerebbe se diventassi il tuo maestro? Penso che ogni giovane puttanella come te ne avrebbe bisogno uno, e tu mi sembri veramente una brava troietta da svezzare."
Al momento fui combattuto e volevo dire di no. Poi lo guardai sorridermi, ricordai il suo corpo possente e muscoloso sul mio e il piacere che avevo provato. Ricordai la mia vita così dura, solitaria e avara di soddisfazioni e, sorridendo, dissi "Si, mi piacerebbe molto".
Poi chiesi: "Sarà come oggi, Erik?"
"Molto meglio, credimi" rispose sorridendo " Decisamente meglio…e non immagini neanche quanto…". Poi prese la sua birra e la sorseggiò a lungo, mentre mi osservava attentamente da capo a piedi.
L' orologio segnò la mezzanotte. Ma solo molto più tardi mi resi conto di quali frutti sarebbero nati da quel giorno.
[ Indice ] [ Avanti >> ]
|