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LA
MIA VITA DA SCHIAVO
4.
RASATURA
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Mi sdraiai a
pancia in su sull'asse di legno rialzato in fondo alla stanza che mi era stato indicato da
Erik, il mio padrone.
"Ok, Luca, mia piccola troietta, per prepararti meglio e rendere più sicura la depilazione occorre che tu stia ben fermo. OK?" disse
Erik. "Per essere tutti più tranquilli, è meglio che ti leghi momentaneamente al tavolo. Non preoccuparti bestia, che non succederà niente che non ti piaccia. Intesi?"
Annuì con il capo deglutendo in maniera evidente. Erik avrebbe avuto il mio corpo a sua completa disposizione e io non avrei potuto ribellarmi. Nonostante ciò ero più incuriosito che timoroso, più eccitato che spaventato.
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Erik iniziò a legarmi le caviglie con delle cinghie di cuoio appositamente fissate al piano di legno per quella funzione. Poi mi fece alzare le braccia e mi fissò in alto i polsi stringendo strettamente le rispettive cinghie più volte, finchè sul mio viso non fu evidente un espressione di sofferenza.
"Ok , schiavo. Per completare l'opera ti bloccherò la testa". E detto questo si allontanò ritornando con un collare di cuoio rinforzato da degli inserti di metallo. Quell'aggeggio sarà stato alto almeno una decina di centimetri e quando me lo strinse intorno al collo la sua rigidità non mi permise più di volgere liberamente la testa a destra e a sinistra. Attraverso una serie di anelli sul collare e sulla tavola sul quale ero steso Erik procedette poi a fissare saldamente il collare al piano in modo che mi fosse impedito ogni tipo di movimento della testa.
"Ora siamo pronti. Comodo, animale?" disse con aria ironica.
"Si, padrone. Sono pronto, padrone." Risposi obbediente.
"Devi sapere Luca che sei proprio un bel maschietto e mi piaci molto. Tuttavia se vuoi essere veramente un schiavo come si deve, il mio schiavo, occorre che tu assomigli un po' di più a un vero schiavo..." dicendo questo si allontanò verso il bagno, in fondo alla sala e scomparve dalla mia vista.Tuttavia continuò a parlare.
"In primo luogo, come ti ho detto, un vero schiavo a me piace completamente privo di peli, specialmente se è giovane e biondo come te. Penso che un ragazzino bello liscio e glabro appaia ancora più carino e indifeso. Inoltre la muscolatura risalta di più e la pelle diventa più esposta e sensibile alle
torture...", dicendo questo tornò da me e lo senti iniziare a giocare con i peli delle mie ascelle prima e con i peli del mio pube poi. Li tirava, li rigirava e ogni tanto ne strappava qualcuno all'improvviso, come a sottolineare i diversi punti del discorso.
"Nonostante sia ancora giovane occorre quindi che ti rasi questi brutti peletti sulle gambe, sul culo, sotto le ascelle e soprattutto sul pube e sul cazzo. Ok, troia, cominciamo!" Detto questo sentì della schiuma che mi veniva spalmata su per le gambe. Poi un fiotto bianco mi avvolse il cazzo, parzialmente gonfio, i testicoli e l'addome. Le mani di Erik presero con gusto a spalmare la zona...le palle, appena coperte di peluzzi rossastri, il basso ventre dove i peli più fitti e inidisciplinati si arricciavano fra di loro in un groviglio sudaticcio e vagamente odoroso dello sperma di numerose seghe a cui avevano assistito. Poi, Erik iniziò a sbatacchiare il mio cazzo e a spalmare la crema dalla base alla cappella e dalla cappella alla base più volte, con evidente gusto alla cosa. Durante l'operazione il mio membro continuava a gonfiarsi, finchè raggiunse la sua misura massima, circa un 18-19 cm. Per finire fu la volta delle ascelle.
"Bel cazzo, poppante! Proporzionato e di dimensioni più che discrete. Sicuramente una qualità essenziale per un buono schiavo! Ma per la depilazione occorre che ti rimanga ben in erezione. Mentre la crema agisce un po' ti metterò una cinghietta alla base dello scroto che ti aiuterà a mantenerti bello in tiro". Detto questo prese da un cassetto vicino una cinghietta elastica abbastanza sottile e, afferratomi lo scroto, me lo sollevò e cinse palle e base del pene con essa. Quando lasciò la presa l'anello elastico era ben stretto attorno alle mie parti basse, e iniziai a sentire il sangue permanere sempre più nel mio organo turgido. Il grado di consapevolezza con cui avvertivo le dimensioni, l'erezione del mio pene non era mai stata così nitida. Era come se la sensibilità della mia regione genitale fosse moltiplicata per cento volte.
Erik finì poi di spalmarmi sotto le ascelle, e, per sottolineare il termine dell'operazione, mi diede due strizzatine giocose ai capezzoli. Poi preso un rasoio nuovo e bagnatolo con acqua calda iniziò con grande attenzione a rasami le gambe.
La crema aveva fatto effetto e i miei giovani peli biondicci, venivano asportati facilmente dal rasoio del mio padrone. Mi venne in mente quella volta che la moglie di un collega di mio padre mi aveva pregato di rasare il pelo del suo barboncino. La povera bestia era tenuta ferma dai padroni senza possibilità di muoversi, completamente in mio potere. Ora sembrava proprio che toccasse a me...
Come ultima cosa, dopo le ascelle, Erik lasciò, come cigliegina sulla torta, la zona pubica. Nel procedere vi mise una particolare attenzione e cura. I movimenti erano lenti e posati, per evitare in ogni modo di tagliare una parte così delicata.
"Paura, schiavo?" disse con aria ironica, continuando l'opera di pulitura delle mie palle.
"Sai che nei paesi mussulmani vanno molto schiavi evirati...ZAK! Un bel taglio netto e si preparano dei bei ragazzini eunuchi che non possono neanche più godere, ma solo servire i propri padroni..."
In quel momento mi sentii a disagio e mi dimenai un poco trattenuto dalle cinghie. Allora Erik, capendo di aver passato il segno continuò dicendo:
"...personalmente lo trovo una cosa disgustosa, anche ammesso che qualcuno lo pratichi ancora. A me piacciono dei bei torelli tutti interi...altrimenti come faccio a martoriargli le palle e il
pene?", concluse con un sorriso.
Terminato il "davanti" mi pulì con una spugna dalla schiuma e poi mi slegò, mi fece stendere nuovamente, ma sulla pancia e mi legò in quella nuova posizione saldamente al tavolo. Ora era la volta delle cosce e dei polpacci e del sedere e del buco del culo!
La parte più eccitante fu quando sentìì la schiuma penetrare nel buco del culo. La rasatura dei peluzzi che nascondevano l'accesso del mio ano fù particolarmente scrupolosa. Quando ebbe terminato con spugna e acqua calda di ripulirmi, disse:
"Adesso si che inizi ad assomigliare ad un vero schiavetto! Per completare l'opera occorrerebbe che ti rasasi completamente a zero i capelli e passassi il rasoio anche sopra la tua testa di cazzo..."
"Padrone, ti prego...non lo fare...padrone", presi a piagnucolare, rendendomi conto di quanto spersonalizzato e ridicolo sarei stato completamente depilato e sopratutto calvo!
"Ok. Capisco che questo non è possibile per ragioni
diciamo...'sociali'...PERO',"
e mi afferrò i capelli fra le mani misurandone la lunghezza, "occorre che tu abbia un taglio più consono al tuo nuovo ruolo, mio piccolo barbiere." Detto questo iniziò a slegarmi dal tavolo e mi tolse il collare di cuoio che mi limitava i movimenti del capo.
"Però... frocetto, oggigiorno i capelli corti li portano tutti e questa sera voglio divertirmi io a fare il barbiere, pertanto una bella tosata con la macchinetta non te a toglie nessuno mio caro!"
Detto questo andò in bagno e prese una macchinetta elettrica per rasare i capelli, di quelle che usavo tutti i giorni sulle capigliature dei miei clienti in negozio.
"Per rendere più divertente la cosa mentre ti raso la zazzerra tu mi succhierai l'uccello. Capito animale!?!"
terminò imperioso.
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Assai stimolato dalla nuova situazione erotica ai confini fra il nuovo e la mia attività lavorativa di tutti i giorni dissi con trasporto:
"Come desidera, Signore!"
Si sedette su di una sedia e mi fece inginocchiare di fronte a lui, avviando la macchinetta disse:
"Succhia! Succhia, schiavo! Leccami per bene tutto il cazzo e le palle, porcone!" E iniziò deciso a ranzarmi via grosse ciocche di capelli, partendo dalla sommità del mio capo.
Mentre residui di capelli, più o meno lunghi, cadevano sulle mie spalle e sul pube di Erik, io continuavo obbediente a leccare e succhiare il suo grosso cazzo. Lo cospargevo con gusto di saliva e lo ingoiavo con avidità, massaggiandolo con le labbra e la lingua ritmicamente. Sopra di me il ronzio inconfondibile del rasoio elettrico che faceva scempio dei miei biondi capelli.
Le mani di Erik ogni tanto mi spostavano la testa per rifinire la rasatura o semplicemente per spingermela con forza contro il suo cazzo in un invito senza mezzi termini a ingoiarlo tutto. Mentre leccavo il suo membro peluzzi di capelli cadevano sulla zona ed ero costretto ad ingoiarli, visto che il mio padrone non mi concedeva un attimo di respiro. Quando poi il suo cazzo iniziò a bagnarsi di liquido prespermatico mi ritrovai la bocca impastata da un misto di capelli saliva e sperma che non potevo che ingoiare, visto che il suo organo mi veniva spinto con forza dentro la gola.
Ad un tratto Erik smise di rasarmi e mi staccò la testa dal suo cazzo. Io rimasi in ginocchio di fronte al suo cazzo duro e teso fino all'inverosimile. Mezzo rasato e mezzo no, coperto di capelli e con la faccia impiastrata di saliva, con l'odore del suo sperma nelle narici, lo osservai mentre prese a scappellarsi con le mani.
"China la testa che mi devo scaricare,
latrina!", comandò andando verso l'orgasmo e abbassandomi il capo con una mano.
Dalla pressione della mano avvertii che mi aveva rasato completamente la parte superiore del capo, la nuca e le tempie, lasciandomi una sorta di degradante chierica di capelli biondi.
"Adesso vediamo di usare un'altro tipo di
'schiuma'," disse con aria divertita, mentre i primi fiotti di sperma gli partivano dal cazzo e andavano a finire sulla mia testa. Proprio come un tiro a segno davanti a lui, il mio capo era bersagliato da caldi fiotti di
sborra. La quantità che usciva dal suo uccello sembrava infinita e rivoli biancastri presero a colarmi lungo il corpo.Era una situazione veramente degradante: sudore, sperma, capelli si mischiavano avvolgendomi in un'ondata di odori forti. Il mio corpo nudo veniva degradato, usato come una latrina, un oggetto di masturbazione...eppure ero eccitatissimo. |
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Il mio cazzo pulsava turgido, trattenuto dalla cinghietta elastica stretta alla sua base. I miei coglioni prudevano e tiravano come mai mi era successo prima durante le mie masturbazioni.Quando smise di sborrare Erik prese il suo cazzo e lo strofinò per pulirlo contro quello che rimaneva dei miei capelli. Poi mi alzò il mento e con soddisfazione disse:
"Sei proprio uno schiavo del cazzo! Un perfetto zerbino per le mie seghe!" E, presa con un dito un po' di sborra dalla mia testa, me la mise davanti alla bocca.
"Toh! Mangia, animale. E poi lecca bene per pulirmi palle e cazzo!"
"Si, padrone. Subito padrone", dissi a bassa voce e leccai il suo dito con avidità. Lo sperma era denso e abbondante. Ce n'era una gran quantità anche sparso sul suo addome e sul suo pube e inziai obbediente a passare la lingua. Intanto Erik riprese il rasoio elettrico e continuò la sua opera di 'pulitura' per trasformarmi in uno schiavo credibile.
Dopo pochi minuti mi fece alzare e mi portò davanti ad uno specchio. Mi aveva rasato completamente il capo lasciandomi i capelli lunghi solo un paio di millimetri per tutto il capo. Si intravedeva chiaramente il bianco della pelle sottostante. Impiastricciati sulla testa e sul corpo si notavano tracce della recente sborrata del padrone. Il mio cazzo rosso scuro stava ritto come un'asta costretto dalla cinghia alla sua base emergendo da una zona pubica completamente nuda. A parte le sopraciglia e quel misero residuo di capelli, ero nudo, nudo come un verme!
"Ok Luca," disse Erik assestandomi un bella manata sul sedere,
"ora inizi ad essere più simile ad un vero schiavo!".
Poi, accarezzandomi la testa, aggiunse: "Prima di iniziare l'addestramento però occorre darti una bella ripulita. Adesso andremo in bagno a lavarti: fuori...e
dentro!"
[CONTINUA]
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